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Creatività collettiva

Mi piacerebbe raccogliere le vostre impressioni sull’utilizzo massiccio dei telefonini (soprattutto l’iPhone, ma naturalmente, e non sono oramai pochi, anche quelli con OS Android ed altri), non per fotografare, ma per scattare immagini ed elaborarle con applicazioni “dedicate” come Instagram o Hipstamatic. Queste applicazioni “donano” un aspetto Lo-Fi, o meglio ancora (è più figo), vintage, il cui presupposto di fondo è dare alle foto scattate l’aspetto di fotografie come si ottenevano da vecchie macchinette a pellicola – generalmente molto economiche e di plastica, esattamente come le loro ottiche. Infatti recita uno dei claim di Hipstamatic: “Digital photography never looked so analog”, lo dichiara apertamente, così come si può leggere da quello di Instagram: “Scegli uno dei tanti magnifici filtri o un effetto sfocatura tilt-shift per dare nuova vita alle tue foto. Trasforma i momenti di tutti i giorni in opere d’arte da condividere con gli amici e la famiglia” – notare l’uso di “nuova vita” e “opera d’arte”.
A stretto contatto con questo aspetto da un paio d’anni sono quindi tornati alla ribalta i progenitori di queste immagini: Holga, Lomo e così via, come la pur più nobile Polaroid.
Comun denominatore: bassa definizione, vignettatura ai bordi immagine, colori generalmente falsati, risultati “antichizzati”.
Si mescola il tutto ed eccoci tornati (o arrivati?) ad un neo-pittorialismo di centenaria memoria!
Risultato: praticamente impossibile riconoscere la mano dell’autore.
Inconscio collettivo junghiano? Creatività collettiva?
Non mi dilungo per lasciare spazio alle vostre opinioni.
p.s. allego un’opera d’arte scattata con il mio cellulare Android e “Retro Camera”, app scaricata oggi per vedere se anch’io fossi in grado di creare un’opera d’arte fotografandomi le gambe!
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